PARALIMPIADI TOKYO 2020 Chiudiamo con un poker di medaglie! – NEWS

L’ultima giornata di gare per i tesserati dell’Anthropos presenti a Tokyo porta gioia e medaglie: argento per Assunta Legnante nel getto del peso e bronzo per Ndiaga Dieng nei 1500 metri.

Alle 2.30 di stamattina è scesa in pedana la Legnante. La pioggia battente, con tanto di pedana scivolosa e l’accorpamento delle categorie F11 (non vedenti, quella di Assunta) e F12 (ipovedenti) rendevano più ardua la sfida. Assunta non è riuscita a sviluppare una buona serie di lanci ed è rimasta lontana dalle sue consuete prestazioni. La stella dell’Anthropos ha terminato con la misura di 14,62 metri che le ha assicurato la medaglia d’argento. L’oro è andato all’uzbeka Safiya Burkhanova con 14,78 metri. La Legnante non ha confermato i titoli di Londra 2012 e Rio 2016, ma, nonostante la comprensibile amarezza, ci riproverà. Per Assunta un ottimo bis d’argento e obiettivo, per lei e per il suo allenatore Roberto Minnetti, virato verso Parigi 2024.

“Perdere con 14.78 mi fa tanto rabbia – dice Assunta a fine gara – Avevo freddo, la pedana era scivolosa, tutto difficile per me e le mie rivali. Non può essere una scusa. Purtroppo forse chiedo anche troppo a me stessa. A 43 anni non si può fare più quello che si faceva prima. Non posso dire di non averci provato, ma provarci e non riuscirci non è sufficiente. Peccato per il terzo lancio, quello nullo, perché era lungo. Tranne i primi due lanci, ho fatto tutto il resto in traslocazione, solo che non si può fare 14,25 da ferma e 14,62 in traslocazione. Questa è la cosa che mi rimprovero di più”.

Mentre si svolgeva la serie di lanci di Assunta, alle 3.13 Dieng è sceso in pista per la finale dei 1500 metri categoria T20. Ndiaga, allenato da Maurizio Iesari in collaborazione con l’Atletica Avis Macerata per la quale gareggia nel circuito Fidal, aveva già mostrato nella finale dei 400m di essere in gran spolvero. Nella sua gara prediletta, al termine di una prova perfettamente controllata nei dettagli tecnici e un crono di 3:57.24, dietro al britannico Owen Miller, oro, e al russo Alexandr Rabotnitskii, argento, il marchigiano ha conquistato uno splendido bronzo.
Si tratta della prima medaglia paralimpica per l’Italia, in ogni disciplina, nella sua categoria.

“Sono contentissimo veramente – dice Ndiaga, “Cenga” per gli amici, dopo la gara – Ho lavorato tanto per questi 1500 e per puntare sempre più in alto. Le mie gambe e le mie capacità mi hanno dato questo risultato. Non vedevo l’ora di salire sul podio, era quello che sognavo. Dedico questa medaglia alla mia famiglia e, soprattutto, al mio allenatore Maurizio Iesari. Non trovo le parole per ringraziarlo veramente. Un grazie anche ai ragazzi del mio Club, al mio grande amico Simone Barontini e agli altri. Oggi ho deciso di partire tranquillissimo, di solito parto due terzi di posizione avanti oppure in mezzo. Questa volta ho optato per le retrovie allo scopo di vedere come si sarebbe sviluppata la situazione. Poco alla volta ho aumentato il ritmo e alla fine sono riuscito ad arrivare terzo. Ora c’è da lavorare tanto per migliorarsi. Punto forte su Parigi dove voglio fare le Paralimpiadi e le Olimpiadi negli 800 metri.”

Il presidente Nelio Piermattei:

“Gioia immensa per Ndiaga, un ragazzo che abbiamo cresciuto grazie alla splendida collaborazione con l’Atletica Avis Macerata, sin dal 2017 per portarlo sino a qui. Risultato sperato, ma non certo atteso anche se c’era consapevolezza di quello che poteva essere e che poi è stato.
Un abbraccio ad Assunta in questo momento difficile, ma che fa parte dello sport e della vita. Lei ne ha vissuti di molto peggiori. Ora conta voltare pagina e proiettarsi a Parigi, senza indugio, rammarico e paura! Complessivamente per l’Anthropos sono arrivate 4 medaglie, compreso l’argento di Farroni nella crono. Un bilancio bellissimo che sarebbe stato eccezionale se fosse giunta la medaglia dal colore più pregiato. Peccato! Abbiamo vissuto un’esperienza fantastica e tanto intesa! Giorni che non dimenticherò”.